Da Mossel Bay a Betty s Bay

Mossel Bay - Betty s Bay copertina

Mossel Bay è una baia molto carina. Ho assistito al passaggio di un trenino a carbone che mi ha catapultati in un’altra dimensione, fuori da un tempo fatto invece di corse, tecnologia, velocità.
Punto più a sud del continente africano, luogo di incontro tra Oceano Indiano e Oceano Atlantico, Cape Agulhas è davvero un luogo straordinario. Sono salita sul faro, ero sola… e dall’alto si è aperto di fronte a me un panorama mozzafiato tra onde, scogliere, piscine naturali e… balene. Il sole, poi, baciava il mio cuore, la mia mente, i miei pensieri… Ho passeggiato fino a toccare con i piedi il punto fisicamente più meridionale del continente, dove le onde mi hanno letteralmente lavata, tra risate e salti di gioia. Una bambina. Felice.

Sono arrivata a Hermanus accompagnata da un tramonto rosso fuoco che dipingeva colline e oceano… un sogno…
Quando sono giunta in ostello, ho preso atto del fatto che non c’era un letto disponibile; chissà, forse un po’ per simpatia, forse un po’ per pena, il proprietario mi ha offerto di dormire sul suo letto in mansarda… una stanzina piccolissima col tetto spiovente ma troppo coccola! Da notare che, prima di lasciarmi la stanza, ha tolto dalle pareti un paio di calendari molto… calienti!
La prima sera sono andata a mangiare in un localino che ricordò a vita: 24 gamberoni alla griglia, seppioline ai ferri, bistecchine di calamari ai ferri (enormi, alla faccia delle bistecchine), cozze giganti in salsa d’aglio e vino bianco, riso alla zafferano, patate, verdure miste con feta, pane cotto a legna, vino, gelato con liquore di alchechengi (il cameriere, per spiegarsi, diceva che era un frutto che mangiano le scimmie…)… bene, 7 euro! Non ho parole! Ma io vengo a vivere quiiiiiii.

La mattina successiva mi sono svegliata all’alba e sono andata al porto dove una balena mi ha dato il buongiorno. E da qui le emozioni si sono susseguite una all’altra senza fine.
Ho pianto. Nuovamente. Sì, ho pianto. A Gansbaaica De Kelders avrò visto una ventina di balene, tutte a poche decine di metri da me… ero posizionata sulla scogliera, che non faceva che acuire il rumore emesso dalle signore dell’Oceano. Sono davvero mastodontiche e i loro salti, gli spruzzi, i giochi tra loro mi hanno commossa come mai avrei creduto. Nel frattempo pioveva, pioveva forte… ma io, imperterrita, emozionata come una dodicenne al Luna Park, non mi muovevo da lì.
Poi è stata la volta della Riserva Walker Bay. Pazza, sono pazza! Sono entrata in macchina nella Riserva (nessuno mi ha fermata) e mi sono addentrata tra dune di sabbia bianchissima, rocce, mare… tra salti pazzeschi, buche profonde, salite improponibili… fino all’Oceano, di fronte al quale mi sono fermata a mangiare pane e salmone in scatola osservando ancora e ancora e ancora il passaggio di decine di balene. Al ritorno ho temuto che non sarei riuscita più a uscire. Percorso accidentato è dire poco. Ma dovevo dare un senso alla Nissan 4×4… giusto???

Betty’s Bay è famosa per la sua colonia di pinguini (centinaia di nanetti bianchi e neri, troppo belli, specie quando devono risalire dal mare e le onde continuano a farli rotolare uno sull’altro in acqua… troppo ridicoli!) che rimane un paio di mesi all’anno convivendo molto tranquillamente con decine di nutrie. Ho visto, poi, una foca che giocava in acqua, ruotava su se stessa e batteva le mani (ma allora non succede solo nei cartoni animati!!!).
A Betty’s Bay ho passeggiato parecchio, tra spiaggia, mare e surfisti pronti a tuffarsi.

Da Mossel Bay a Betty s Bay - 2008

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