India – Nasik

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Nasik

“Vai a Nasik, sei fortunatissima perché in questi giorni c’è il Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del mondo che si festeggia ogni 12 anni!”.
Detto, fatto.
Ho preso un autobus e, dopo quasi 5 ore, ho raggiunto Nasik.
Ammetto di essere stata un pò dubbiosa prima di arrivare, mi dicevano che ci sarebbero stati pochi letti disponibili e con i prezzi lievitati. Invece mi è andata benissimo: ostello economico nel centro storico, proprietari gentilissimi che mi hanno dato mille consigli ma, soprattutto, luoghi splendidi e atmosfera a dir poco magica.
Ho chiesto una camera per due giorni… ma sono talmente coinvolta nella spiritualità del luogo e del momento che, già lo so, non riuscirò a partire.
In questi giorni ho trascorso molte ore al Ramkund, un ghat nel cuore del centro storico di Nasik, a pochi passi dal mio ostello. Qui giungono centinaia e centinaia di fedeli a pregare, bagnarsi, gettare fiori e candele, talvolta a spargere le ceneri dei propri defunti affinché raggiungano la liberazione dell’anima. Spesso osservo quanto accade intorno a me, una sorta di momento mistico molto toccante alternato a divertimento nel loro pseudo-nuoto e nelle loro chiacchiere serene.

Non posso negare di essermi fatta coinvolgere ed emozionare dalla spiritualità dell’atmosfera: nulla di precostituito e di fittizio ma istanti di devozione in cui anch’io vengo invitata a partecipare. Per poi fare foto con loro, rispondere alle loro domande (ieri mi hanno chiesto se l’Italia fosse in America), accettare le loro offerte di uvetta, banane e chai.
Sempre carinissimi!

Sto visitando molti templi, alcuni di essi davvero meravigliosi: uno è addirittura sotterraneo e raggiungibile attraverso cunicoli strettissimi e tortuosi.

E poi… poi le passeggiate lungo le vie del paese, con il naso all’insù per vedere facciate di edifici splendidi seppure lasciati andare, senza mai dimenticare di guardare con un occhio il terreno per evitare di cadere in qualche buco, inciampare in un ferro che non si sa perché si trovi lì o pestare qualche escremento di mucca.

Ieri pomeriggio sono andata da Jilebi, proprietario della più famosa pasticceria di Nasik che tutti mi hanno consigliato. Volevo assaggiare qualche sua specialità. Il tempo di entrare e mi hanno riempita di attenzioni come fossi stata una principessa: hanno continuato a servirmi pasticcini sia dolci che salati senza che io chiedessi nulla, sono persino andati in un locale accanto per prendermi un chai da accompagnare alle tante delizie assaggiate. Morale della favola: non hanno voluto farmi pagare nulla. “È un onore per noi averti avuta qui”. Jilebi, poi, mi ha invitata a cena con la sua famiglia nel weekend. E chi parte più da qui???

No, non riesco a lasciare Nasik… ora scendo in reception e chiedo di tenermi la camera qualche altro giorno. Ho bisogno di far parte, ancora per un po’, di tutta questa magia.

India 40 - Nasik

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